Flash interview all’hub culturale e sociale siciliano Epyc Palermo

Flash interview Epyc Palermo cultura siciliana hub culturale siculo riqualificazione ambientale sociale luogo di aggregazione 1

C’è chi sogna di partire… e chi sceglie di restare per cambiare le cose, partendo dal basso. A Palermo, EPYC è diventato in pochi anni un punto di riferimento per centinaia di giovani: un hub creativo, sociale e culturale palermitano nato per offrire spazi, strumenti e comunità a chi vuole immaginare un futuro diverso – e costruirlo, qui e ora.

In questa intervista, scopriamo cosa c’è dietro e dentro EPYC: un ex convento tornato a nuova vita, un laboratorio di idee, un cantiere di emancipazione collettiva: un racconto che parla di giovani, di Sud, di possibilità e di sogni condivisi.

Buona lettura!

1. Ciao! Vi va di descriverci in poche parole cos’è EPYC? Come lo raccontereste a chi non ne ha mai sentito parlare?

EPYC è un hub creativo e sociale per giovani, un esperimento collettivo di emancipazione. È uno spazio fluido che unisce cultura, formazione, attivismo e comunità. Un contenitore accogliente per chiunque, da solo o collettivamente, vuole mettere in piedi un’idea a beneficio della comunità.

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2. EPYC nasce in un luogo dal passato importante: un ex convento, poi orfanotrofio e infine scuola. Cosa significa per voi riportare in vita questo spazio e affidarlo alle nuove generazioni?

Restituire vita a un luogo con una memoria così densa è un atto politico e affettivo. È trasformare un ex luogo di clausura in uno spazio di libertà, un laboratorio aperto dove le nuove generazioni possono costruire il futuro senza ereditare i limiti del passato. Il tema dei beni pubblici non valorizzati è drammaticamente importante nel nostro territorio è anche questo aspetto costituisce un tassello importante del progetto di EPYC.

3. Il progetto è frutto della collaborazione tra più realtà (The Factory, CGIL, Arci, Arcigay, Udu, Legambiente, ecc.). Quanto è stato importante fare rete e costruire questo spazio collettivamente?

Fare rete è la nostra essenza. EPYC è un arcipelago vivo di persone e realtà che si sostengono a vicenda. L’idea di uno spazio aperto alle altre realtà attive nel territorio si è rivelata vincente e oggi la maggior parte delle attività che svolgono ad EPYC sono proposte ed organizzate in collaborazione con altre realtà attive nel territorio.

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4. EPYC si definisce un hub di emancipazione sociale ed economica per i giovani. Cosa significa concretamente questo? Quali sono le attività che vanno in questa direzione?

Significa creare opportunità reali di crescita: corsi di formazione, spazi di coworking gratuiti, sportelli sociali, laboratori, supporto all’autoimprenditorialità, arte e cultura accessibili. Ma anche attivismo, mutualismo e partecipazione vera. Significa proporre modelli di sviluppo alternativi, maggiormente vicini alle persone, e poter contare su uno spazio fisico e su una comunità di persone attraverso cui sperimentare questi modelli.

5. I 5.000 mq della struttura ospitano corsi, sportelli, coworking, musica, arte, benessere, cucina, spazi per bambini… Come siete riusciti a far convivere tutto questo? E come viene vissuto quotidianamente?

EPYC è una macchina complessa che funziona grazie al lavoro di molti e l’azione volontaria di altrettante persone. Siamo tanti ma mai abbastanza per una mole di attività che non ha mai smesso di crescere sin dalla nostra apertura. Oggi EPYC può contare su 19 lavoratori dipendenti, 8 operatori di servizio civile e quasi 100 volontari e volontarie. A questi si aggiungono i membri del direttivo dell’associazione, impegnati gratuitamente, e i tanti professionisti, artisti, formatori ed associazione che collaborano nell’organizzazione di singoli eventi. Siamo un calabrone che vola senza sapere di non poterlo fare, trascendiamo le leggi della fisica!

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6. Palermo è spesso raccontata come una città difficile per i giovani. Eppure progetti come il vostro dimostrano il contrario. Che reazione avete visto nei ragazzi e nelle ragazze da quando avete aperto?

Una delle soddisfazioni più grandi è ricevere il riconoscimento da parte di ragazzi e ragazze che ci dicono di stare rivalutando le loro scelte per il futuro, di vedere in EPYC una scintilla di speranza che li possa convincere a restare qui in Sicilia a studiare, lavorare e determinarsi. Occorre fare rete, anche nel territorio, per moltiplicare l’effetto positivo di queste azioni sociali dal basso, garantendo che restino slegate da interessi di parte e dall’odiosa logica del profitto sempre e comunque.

7. Il “Volunteer Project Day” e i corsi di formazione civica sembrano puntare molto sul protagonismo attivo dei giovani. Come rispondono i ragazzi e le ragazze a queste proposte di cittadinanza attiva?

Le proposte di coinvolgimento stanno ottenendo un buon riscontro da parte della nostra comunità. Non è poi certo possibile ignorare come il volontariato e la partecipazione civica siano nel Sud Italia in grande difficoltà. Noi crediamo che questa tendenza sia strettamente legata alla presenza o all’assenza di luoghi fisici in cui incontrarsi e sognare insieme ed è questo quello che stiamo provando a fare ad EPYC.

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8. Quali bisogni concreti emergono più spesso tra i giovani che frequentano EPYC?

Spazi per studiare, lavorare, esprimersi. Ma anche supporto psicologico, orientamento lavorativo, senso di comunità. Tanti cercano un luogo dove non sentirsi soli o fuori posto, e a EPYC trovano casa.

9. Se un giovane volesse proporre un progetto, attivarsi o semplicemente trovare il suo posto a EPYC, da dove può iniziare?

È semplicissimo: basta scriverci, passare al centro, partecipare a un’assemblea. Tutte le proposte vengono ascoltate e, quando possibile, sostenute. Ci sono anche degli strumenti digitali che abbiamo messo in campo e stiamo continuando a sviluppare. Tutte le nostre attività sono pubbliche e condivise con un calendario online, i nostri volontari sono gestiti in modo trasparente attraverso una app a cui tutti e tutte possono chiedere di accedere e il nostro staff fa del suo meglio per rispondere alle tantissime richieste di collaborazione che ci arrivano ogni settimana.

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10. Pensando al futuro: come immaginate EPYC tra 3 o 5 anni? Cosa sognate possa diventare per Palermo, ma anche per la Sicilia e magari oltre?

In questi primi due anni abbiamo visto succedere di tutto ad EPYC e abbiamo capito che la traiettoria su cui ci muoviamo, e che stentiamo ancora ad inquadrare, dipende solo in minima parte dalla visione di noi fondatori. EPYC è realmente frutto dell’evolversi della sua comunità. Noi sogniamo EPYC come un punto nevralgico della rete giovanile europea, un faro di innovazione sociale nel Mediterraneo. Una casa per artisti, attivisti, formatori. Un modello replicabile in altri territori in cerca di riscatto.

11. E per concludere… secondo voi, cosa ci vorrebbe davvero perché i giovani possano sognare, crescere e costruire il proprio futuro qui, in Sicilia, senza sentirsi costretti a partire? Cosa manca – o cosa andrebbe coltivato – perché restare diventi una scelta d’amore, e non un atto di resistenza?

Spazi come EPYC portano un contributo fondamentale all’obiettivo di dare maggiori strumenti alle nostre generazioni per potere restare qui. Siamo realisti però e sappiamo che sarebbe stupido oltre che ingiusto pretendere che realtà come la nostra possano offrire la soluzione ad una questione, quella cosiddetta “meridionale”, che attanaglia i nostri territori ormai da secoli. Noi dobbiamo essere torce, presidi, profeti in alcuni casi ma sappiamo che la redenzione di questa terra passa da azioni di risanamento strutturale che non possono prescindere da un cambio di rotta radicale da parte delle istituzioni, locali e non, che determinano le sorti delle politiche di sviluppo del territorio.

Speriamo che quest’intervista vi abbia fatto respirare, anche solo per un momento, l’energia che anima EPYC: tra idee in movimento e spazi che tornano a vivere. Continuate a seguire questo hub culturale che vuole riqualificare il proprio territorio — perché, come ci hanno raccontato loro stessi, cambiare le cose è possibile, ma solo se si inizia da dove si è.

Se questa flash interview vi ha interessato, vi consigliamo di leggere lintervista dedicata all’artista Davide Bramante anima siciliana che lavora sul dialogo di arte e territorio.

BEST PRACTICE MADE IN SUD: Itti_co/Lab

[:it]Chi di voi pensa alla città di Palermo senza pensare allo stupendo mare che la bagna?

Sfortunatamente, negli ultimi anni questo patrimonio naturale ha perso d’importanza ed è stato trascurato. L’organizzazione siciliana che stiamo per presentarvi nasce proprio con l’intento di rilanciare la cultura del mare nella città e valorizzarne il contenuto artistico e gastronomico.

Itti_co/Lacoworkerass-maranob è un coworking/laboratorio pubblico, inaugurato il 26 settembre 2016 negli uffici del mercato in via Crispi a Palermo, che, in collaborazione con l’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Palermo, s’impegna per la valorizzazione del complesso funzionale del Mercato Ittico.

Così come il nostro progetto SicilyandSicilians che nasce per la riqualificazione dell’immagine della Sicilia, anche Itti_co/Lab persegue gli stessi obiettivi. Per sapere di più su questa bellissima organizzazione abbiamo rivolto alcune domande a Carlo Cottone, il referente del progetto.

Cos’è Itti_co/Lab?

Ittico Lab è un gruppo di coworking costituito da 8 progetti vincitori di un bando indetto dal Comune di Palermo per la “valorizzazione” del Mercato Ittico di Palermo, luogo quasi sconosciuto ai palermitani. Il coworking è una nuova modalità lavorativa dove soggetti partecipanti mantengono la loro individualità ed indipendenza condividendo dalla semplice struttura ed attrezzatura sino alle esperienze e capacità.

Quali aggettivi useresti per descrivere il progetto?mercato-ittico

I nostri 3 punti cardine non sono aggettivi ma verbi #Valorizzare #Contaminare #Condividere.

Cosa vi ha spinto a questa iniziativa?

Per troppo tempo a seguito delle vicende urbanistiche degli anni ’60/’70 la città si è espansa allontanandosi dal mare fino a quasi scordarlo. La riconversione della Cala da fogna a cielo aperto a passeggiata lungo l’antico porto di Palermo, assieme al recupero del foro italico e della costa orientale, un tempo sede di stabilimenti balneari sta facendo riemergere l’antica relazione tra la città e la costa. Il mercato ittico fruito dai palermitani, non solo per le attività mercatali notturne, sarà un ulteriore tassello della riscoperta del rapporto col mare.

Ti sembra mai di lottare contro i mulini a vento?

Come ogni avventura/progetto le difficoltà vengono sempre a galla, ma la forza di volontà del gruppo e la voglia di crederci sempre fino all’ultimo ha portato fino ad adesso ottimi risultati.

Come si è svolto il vostro primo evento?

Abbiamo immaginato questo luogo “moderno” come un centro di idee esaltando il valore del pescato e soprattutto il valore della pesca (sostenibile). Il primo evento pubblico, denominato “Palermo incontra il mare” si è tenuto il 7/12/2016 all’interno della sala vendite del mercato, ha portato un pubblico caloroso e curioso di conoscere un luogo strategico ma quasi sconosciuto ai “normali”.  Per contro, gli operatori interni del mercato hanno mostrato un grande interesse nel vedere il loro spazio di lavoro animato da attività esterne alla vendita e da un pubblico nuovo.

coworkerass-maranoCome vedi il progetto in tre anni?

La durata del co working è stata prevista di sei mesi, all’interno dei quali ci siamo dati degli obiettivi di presentazione di esiti del nostro lavoro al pubblico per rendere questo luogo, un luogo adatto per tutti sia bambini che anziani. Da qua a 3 anni possono succedere tante cose, ma in un futuro abbastanza vicino abbiamo già molte idee per la testa.

C’è qualcosa che non ti ho chiesto e che avresti voluto dirmi?

Che tentare di trovare delle soluzioni stando assieme educa, trascina ed insegna a risolvere problemi quindi a diventare soggetti attivi che in un modo o in un altro troveranno il loro posto nella società.

Sicilyandsicilians è un progetto culturale che ha come obiettivo il proporre una rilettura riqualificante dell’immagine della Sicilia attraverso la giovanissima arte contemporanea e al contempo di promozione dell’isola all’estero. Cosa pensi di progetti socioculturali come il nostro?

I progetti culturali hanno un ruolo importantissimo nella nostra società, generalmente nascono dai giovani per i giovani. Il vostro progetto, così come le tante realtà presenti sul territorio, compreso il nostro coworking, convergono verso un obiettivo comune. Sentiamo ripetere continuamente che potremmo vivere di turismo perchè la nostra è una terra che trasuda cultura: tutti noi vogliamo che questo sia possibile. Miriamo alla promozione e alla valorizzazione della nostra terra, che si traduce  in opportunità di lavoro. Se vogliamo raggiungere questo traguardo, e quindi far si che i progetti si trasformino in azioni concrete, è necessario fare rete e collaborare. Concretizzare significa far passare il messaggio che è possibile esprimersi e realizzarsi senza dover necessariamente abbandonare la propria terra e che un futuro può esserci anche qui.

 

 

 

 

 [:en]How many of you think the city of Palermo without thinking of the wonderful sea that bathes the city?

Unfortunately, in recent years this natural heritage has become less important and has been overlooked. The Sicilian organization which we present is born with the intent to revive the culture of the sea in the city and enhance the artistic and gastronomic content.

coworkerass-maranoItti_co / Lab is a coworking / public laboratory, which opened September 26, 2016 in the offices of the market in via Crispi in Palermo, and in collaboration with the Department for Productive Activities of the City of Palermo, is committed to the enhancement of functional complex of the fish market.

Just as our SicilyandSicilians project created for the rehabilitation of the image of Sicily, also Itti_co / Lab pursues the same objectives. To know more about this wonderful organization we asked some questions to Carlo Cottone, the coordinator of the project.

What is Itti_co / Lab?
Itti_co / Lab is a team of co-working which consists of eight projects winners of a tender announced by the City of Palermo for the “enhancement” of the Fish Market of Palermo, a place almost unknown to Palermo. Coworking is a new way of working where participants maintain their individuality and independence by sharing a simple layout and equipment up to the experiences and capabilities.

What would you use adjectives to describe the project?
mercato-ittico

Our three key points are not adjectives but verbs #Valorizzare #Contaminare #Condividere
(#Valorize #Contaminate #Share)

What prompted you to this initiative?

For too long as a result of urban events of the 60s / 70s, the city has expanded away from the sea to almost forget it. The conversion of Cala sewer to walk in the open air along the ancient port of Palermo, together with the recovery of the Foro Italico and the east coast, once home to seaside resorts is doing resurface the old relationship between the city and the coast. The fish market benefited from Palermo, not only for night mercantile activities, will be another piece of the rediscovery of the relationship with the sea.

It seems never to fight against windmills?

Like every adventure / project, difficulties come always afloat, but the willpower of the group and the desire to always believe until the last brought up to now good results.

How did your first event?

We imagined this place “modern” as a center of ideas, enhancing the value of fish and especially the fisheries value (sustainable). The first public event, called “Palermo meets the sea” is the 12.07.2016 within the sales area of the market, it led a warm, audience curious to know a strategic place but almost unknown is bound to “normal.” By contrast, the interiors market players have shown a great interest in seeing their animated workspace from external activities to the sale and a new audience.
coworkerass-marano

 How do you see the project in three years?
The duration of coworking has been planned for six months, within which we have set ourselves the goals of the presentation of the results of our work to the public to make this place a suitable place for both children and elderly. From here in three years many things can happen, but in a fairly near future, we already have many ideas for the head.

Is there anything I have not asked you and you wanted to tell me?

Groped to find solutions together educates, drag and teaches how to solve problems then to become active participants in one way or another will find their place in society.

Sicilyandsicilians is a cultural project that aims to propose a re-reading of the image of Sicily with young contemporary art and at the same time promote the island abroad. What do you think of socio-cultural projects like ours?

Cultural projects have a very important role in our society, generally born by young people for young people. Your project, as well as the many realities in the area, including our coworking, converge towards a common goal. We hear constantly repeating that we might live by tourism because ours is a land that oozes culture: we all want this to be possible. We aim at the promotion and enhancement of our land, which translates into job opportunities. If we want to achieve this goal, and then ensure that the projects are turned into concrete action, you need to network and collaborate. Realizing means to pass the message that you can express yourself and be realized without having to abandon their land and that future may be here.[:]